Dai registri Angioini si possono avere notizie sui feudatari che ne ebbero il possesso. Come tutti gli altri feudi, Albanella negli anni passò da una Signoria all’altra.
Le documentazioni più antiche testimoniano l’appartenenza del territorio alla baronia di Fasanella che da Lampo passò
al figlio Tancredi e da questi alla figlia Filippa la quale, sposando in seconde nozze Riccardo Francesco di Fasanella, portò
in dote la metà della Baronia comprendente Albanella. I beni furono poi confiscati in seguito alla partecipazione di
Riccardo Francesco alla congiura di Capaccio contro Federico II.
Alla morte di Riccardo Francesco, l’esule Filippa sposò Gilberto di Fasanella e Albanella fu concessa dal re a Riccardo, cugino di Filippa. Alla morte di Riccardo, che non lasciò eredi, Albanella fu assegnata da re Manfredi al conte Giordano. In seguito, re Carlo I d’Angiò riassegnò Albanella a Gilberto di Fasanella.
Nel 1291 Albanella fu esonerata dal pagamento della subventio, per i gravi danni riportati durante la guerra angioino-aragonese. Feudatario di Albanella fu poi Giovanni di Montenegro, signore di Corneto e Rocca dell’Aspro, oggi Rocca d’Aspide. Il feudo fu poi venduto da Francesco d’Alessandro a Francesco d’Urso per 12.000 ducati.
Nel 1465 Albanella fu assegnata da Ferrante d’Aragona a Roberto Sanseverino, conte di Caiazzo, il quale nel 1484, con
assenso reale, donò al figlio Giovan Francesco il feudo, comprendente tra gli altri Felitto, Roscigno, Serre, Campora e
Persano.
Fino all’abolizione del feudalesimo, vari signori si sono succeduti nel possesso di Albanella. L’ultimo fu Nicola Mostati, nipote del marchese di Poppano, colonnello di cavalleria nell’esercito borbonico e fedele al sovrano durante il periodo francese, negli anni Sessanta del ‘700.
Dal 1811 al 1860 Albanella ha fatto parte del circondario di Capaccio, appartenente al Distretto di Campagna del Regno
delle Due Sicilie. Mentre dal 1860 al 1927, durante il Regno d’Italia ha fatto parte del mandamento di Capaccio,
appartenente al Circondario di Campagna.
Albanella partecipò attivamente ai moti patriottici durante il Risorgimento, insieme con Capaccio, Trentinara, Giungano
e Roccadaspide. Dopo l’Unità d’Italia e fino alla fine della Seconda guerra mondiale, il territorio ha conosciuto una
economia di pura sussistenza, in quanto estremamente paludoso e, dunque, insalubre. Con la riforma agraria del
dopoguerra il territorio diventò finalmente adatto alle produzioni agricole e si avviò verso un’epoca di totale sviluppo.